Una passeggiata nei boschi
Da ieri a Trieste si può camminare, a piedi, liberamente per tutto il Comune. Ne ho subito approfittato, perché amo camminare e mi è molto mancato in questi mesi e anche perché domenica 26 avrei dovuto partire con degli amici per arrivare un’altra volta a piedi a Santiago di Compostela, stavolta passando per la costa del Portogallo. Appuntamento saltato, ovviamente, ma ho pensato che avrei potuto fare ugualmente un mini-trekking.
Io ho una fortuna, che già conoscevo, ma che in questi mesi si è rivelata preziosa. Ho una casa singola, con un piccolo giardino, che affaccia su una pista ciclabile, che a sua volta conduce a uno dei luoghi più incredibilmente belli e vicinissimi alla città. Parlo della val Rosandra. E la ciclabile, il cui nome completo è ciclo-pedonale Cottur, è tutta nel Comune di Trieste. Quindi se prima dovevo limitarmi ai prima 200 e poi 500 metri consentiti, da ieri, mascherina d’ordinanza sul volto, non ci sono limiti tranne i piedi.
C’era gente. L’idea non è stata originalissima. Ma anche per me che sono un po’ orsa, stavolta vedere quelle persone che correvano, andavano in bici, portavano a spasso i bambini, ha allargato il cuore. E poi, chi la frequenta lo sa, della ciclabile la maggior parte delle persone frequenta solo il primo tratto, quello più urbano. Basta salire un po’ e si ritrova la solitudine. E il profumo del bosco e, in questa stagione, delle acacie in fiore.
Ci sono poi stradine e sentierini che si diramano, tutti da esplorare. E io in anni che sto qua, lo confesso, non l’avevo mai fatto. Mi ero ripromessa di andare ogni giorno a camminare e a correre, e pure n bici, sulla ciclabile davanti a casa, sembrava un progetto di vita invitante e pieno di salute; ma poi, ci sono andata giusto qualche volta. Ad accompagnare amici, a smaltire il nervoso, a sfogare una delusione.
Chissà forse ora sarà la volta buona, un risultato positivo di questa follia.
Ho seguito la ciclabile per un po’, poi ho preso una stradina di cemento sulla sinistra che non avevo nemmeno mai notato e che saliva a curve fin sotto i piloni della tangenziale. Ho scambiato due parole con un altro viandante, parole amichevoli perché un altro strano regalo di questi giorni strani è l’amicizia, improvvisa quanto l’inimicizia, che ti lega a perfetti estranei. Ci sono quelli che ti insultano dalla finestra perché ti vedono per strada e quelli che incrociandoti ti sorridono e ti salutano, come un amico.
Il signore sconosciuto mi ha detto che salendo si arrivava alla strada, ma che prima c’era un sentiero. Seguendolo sulla destra, come avrebbe fatto lui, si arrivava a un supermercato, dove stava andando lui – senza passare dalla strada asfaltata, ha aggiunto con un amico carbonaro – mentre girando a sinistra si tornava, dopo un po’ , alla ciclabile. E così ho fatto, salendo e scendendo per boschi, tra panorami improvvisi e profumi di fiori. Una piccola, preziosa avventura a due passi da casa. Grazie