Il covid manda in tilt la chirurgia ospedaliera
A gennaio 2021 l’indisponibilità parziale o totale degli ambienti destinati alla chirurgia ospedaliera, come sale operatorie e reparti di terapia intensiva, è stata pari al 79%. Il dato era pari al 45% ad aprile 2020 e al 49% a settembre 2020. Nel 25% dei casi la carenza di ambienti è pari al 100%. È l’allarmante fotografia emersa dal sondaggio realizzato da ACOI, Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani, diffuso da Sky TG24.
A distanza di un anno esatto dall’inizio della pandemia “il 79% degli ambienti destinati all’attività chirurgica hanno attività ridotte o addirittura assenti – spiega il prof. Pierluigi Marini, Presidente dell’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani -. Questo vuol dire che si stanno accumulando gravissimi ritardi nella chirurgia programmata, in quella oncologica, nelle patologie benigne e addirittura in quelle d’urgenza. Se continua così, la sanità bloccata dal virus farà più morti della pandemia”.