L’odissea mortale dei vitelli respinti a ogni porto

di Carla

 

Immaginate di passare più di due mesi stipati a migliaia nella stiva di una nave alla deriva, forse malati,  con poco cibo, uno spazio minimo e nessuna cura, e che allo sbarco vi aspetti la morte.
E’ l’odissea non a lieto fine di 900 vitelli a bordo della nave albanese Karim Allah, salpata dal porto spagnolo di Cartagena nel dicembre scorso con destinazione Iskenderum, in Turchia. La nave ha poi cambiato rotta dirigendosi verso Tripoli in Libia, dove il Libyan National Animal Health Center ha rifiutato di approvare l’ingresso dei bovini a causa di casi sospetti di febbre catarrale.  La Karim Allah è ripartita e successivamente ha chiesto il permesso di attraccare a Biserta (Tunisia), presumibilmente per trasportare il foraggio per gli animali, ma le è stato negato l’attracco in qualsiasi altro porto tunisino.  Il 28 gennaio si trovava nelle acque di Augusta, in Sicilia e, dopo aver acquistato foraggio, è ripartita fino a raggiungere il golfo di Cagliari. Qui ha comunicato alla guardia costiera di trasportare “animal food” e mentre le autorità italiane stavano preparando un’ispezione per verificare la situazione a bordo, è ripartita, per fermarsi ancora davanti alle coste spagnole.
Tornata al porto di partenza, rigettando un ricorso della compagnia di trasporti, la Corte suprema di Madrid ha deciso l’abbattimento degli animali superstiti (molti erano già stati fatti a pezzi e gettati a mare nel corso del viaggio), in base a un controllo veterinario che ha stabilito l’incompatibilità delle loro condizioni con un nuovo viaggio per essere riesportati e venduti al di fuori dell’Unione Europea.
Stesso iter e identici problemi per un’altra nave, la Elbeik, che ha lasciato il porto di Tarragona a dicembre, carica di 1.776 mucche e vitelli e continua a navigare nel Mediterraneo, cercando di trovare un acquirente per i suoi animali. Attualmente si sta dirigendo verso il porto del Pireo in Grecia. A causa delle cattive condizioni del mare e del lungo viaggio in spazi ristretti, più di 50 animali sono già morti a bordo.
Uno scandalo che ripropone l’annoso problema del trasporto degli animali vivi – sia via mare, sia via terra – che si accompagna alle continue denunce circa le condizioni degli allevamenti e dei macelli, e che ha spinto una coalizione di 16 organizzazioni non governative per la protezione degli animali a unirsi nella nuova campagna internazionale #EUforAnimals per inserire il benessere animale tra i titoli del commissario europeo Stella Kyriakides.
Tra i punti più critici: i rapporti della Commissione europea, di Animal Welfare Foundation certificano che l’applicazione della legislazione europea sulla protezione degli animali durante il trasporto extra UE è completamente carente; il benessere degli animali durante questi lunghi viaggi non può essere garantito e inoltre, nel caso del Medio Oriente e del Nord Africa, non vengono macellati secondo gli standard internazionali dell’OIE (World Organization for Animal Health).

Per rilanciare l’attenzione su questo tema fondamentale, la coalizione #EUforAnimals ha lanciato una petizione congiunta, indirizzata a varie istituzioni europee aperta a tutti i cittadini europei che vogliano firmare e aggiungere la loro voce..