Navalny-David contro Putin-Golia

di Carla

Avventuriero, eroe, nazionalista, anzi liberale, anzi nazista, xenofobo, nemico della patria, unica speranza della Russia, mestatore al soldo dei “poteri forti” occidentali, intrepido denunciatore di corruzione e abusi, corrotto e ladro… . Di Alexey Navalny è stato detto e scritto tutto e il contrario di tutto, ma la sua vera fama per il grande pubblico non così addentro al misterioso mondo della Russia secondo Putin, è iniziata all’alba del 20 agosto 2020 con l’ atterraggio d’emergenza a Omsk di un aereo diretto a Mosca. A bordo Navalny, in fin di vita per un misterioso avvelenamento. Un vero giallo, degno di un film di spie, ma un film già visto perché da tempi non sospetti la morte per veleno serpeggia a livello epidemico tra gli oppositori del Cremlino. Il trasporto d’emergenza prima negato e poi concesso a Berlino, le giornate tra la vita e la morte, la guarigione e la scelta – eroica, folle? – di tornare in Russia dove, com’era più che prevedibile, l’oppositore che Putin non chiama mai per nome è stato prontamente arrestato prima ancora di mettere piede sul suolo patrio. E poi altri eventi drammatici, lo sciopero della fame, il rifiuto di concedergli visite mediche indipendenti e un nuovo ricovero. Ora che nuovi capi d’imputazione rischiano di prolungarne all’infinito la carcerazione vanificando il suo sogno della “Russia del futuro” e il paese più grande del mondo, almeno da un punto di vista geografico passa inesorabilmente dallo status di democratura a quello di dittatura tout court è il momento di fare il punto, di chiedersi chi è Navalny, cosa vuole, cosa spera, che possibilità ha. Ma la domanda ne genera inevitabilmente un’altra, speculare: chi è Putin, l’anonimo funzionario del KGB fattosi zar, cosa vuole, cosa spera, che possibilità ha di mantenere saldo il suo impero sempre più fragile. Ora, a farla breve, il libro di Anna Zafesova parla di tutto questo, e di molto altro, in un modo in cui forse non ne avete mai sentito parlare.