The Last20, il controvertice dei Paesi più poveri parte da Reggio Calabria

di Carla

Mentre si ricorda il ventennale del tragico G8 di Genova del 2001 e si prepara, sotto la presidenza italiana, il G20 che avrà il suo culmine nel vertice dei leader che si terrà a Roma il 30 e il 31 ottobre, a Reggio Calabria si lavora al “controvertice” The Last 20 che riunisce i rappresentanti dei “L20”, ovvero dei venti Paesi più “impoveriti” da sfruttamento coloniale, guerre e conflitti etnici, catastrofi climatiche. Sono Afghanistan, Burkina Faso, Burundi, Repubblica Centrafricana, Ciad, Repubblica Democratica del Congo, Eritrea, Etiopia, Gambia, Guinea Bissau, Libano, Liberia, Malawi, Mali, Mozambico, Niger, Sierra Leone, Somalia, Sud Sudan e Yemen.
La prima tappa si aprirà appunto giovedì prossimo, il 22 luglio, a Reggio Calabria, con l’intitolazione del ponte sul waterfront all’ambasciatore Luca Attanasio e alla sua scorta, uccisi nel febbraio scorso in un agguato presso il villaggio di Kibumba, vicino alla città di Goma, nella Repubblica democratia del Congo. Seguiranno tre giorni di incontri e riflessioni su migrazioni e accoglienza, con interventi di studiosi, attivisti, politici, giornalisti e i rappresentanti delle comunità dei Paesi L20 in Italia. Da settembre a ottobre sono in programma tappe a Roma, Milano, in Abruzzo, Molise e Puglia: dal 10 al 12 settembre a Roma, con un focus sulla questione della lotta alla fame e alla povertà, dal 17 al 21 settembre in Abruzzo e Molise, sui temi del dialogo interreligioso e della pace, dal 22 al 26 settembre a Milano, dove si parlerà di sanità, impatto del mutamento climatico, resilienza.
“The Last 20” si concluderà a Santa Maria di Leuca il 2-3 ottobre con la stesura di un documento comune da presentare nelle sedi internazionali e ai media.
L’iniziativa, dicono i promotori del comitato, vuole cambiare il punto di vista sul mondo e invita a guardarlo con gli occhi degli “ultimi”. L’obiettivo principale è quindi politico: affermare che i Last 20 esistono e soprattutto  contano e non possono essere dimenticati.
Tra i temi all’ordine del giorno il climate change e i suoi effetti su questi Paesi, in particolare su quelli dell’Africa sub-sahariana; la questione sanitaria in nazioni con una bassa aspettativa media di vita, debolissime strutture sanitarie, in una situazione aggravata dalla pandemia; la fame e l’impoverimento e la risposta dei soggetti sociali locali che resistono e si organizzano, come contadini, studenti, donne, artigiani; l’immigrazione, l’accoglienza e l’intercultura, per conoscere davvero questi Paesi, la loro storia e la loro cultura al di là degli stereotipi. Il ruolo dei corridoi umanitari e della cooperazione decentrata, e infine il ruolo politico dei Paesi L20 e la loro rappresentanza nelle sedi internazionali.
L’obiettivo di lungo periodo è formare un comitato scientifico che ogni anno presenti un “Report Last 20”, che dia conto della situazione con dai criteri obiettivi, andando al di là della misurazione PIL, includendo cioè fattori come le condizioni sociali ed economiche, l’ecosistema, la riduzione dei conflitti.
The Last 20 è stato promosso da: Comune e Città metropolitana di Reggio Calabria, Federazione delle diaspore africane in Italia, Fondazione Terre des Hommes (Italia), ITRIA (Itinerari turistico-religiosi interculturali accessibili), Mediterranean Hope, Re.Co.Sol. (Rete Comuni solidali), Rete azione TerraE, Fondazione Casa della Carità (Milano), Parco Ludico Tecnologico Ecolandia.